PRATICA SELEZIONATA GOLD 2010
PRATICA SELEZIONATA GOLD 2010

NEL FANTASTICO BOSCO DI NOCI

Percorso creativo per incontrare e comprendere il paesaggio

PERCORSO DIDATTICO REALIZZATO IN UNA CLASSE PRIMA

SCUOLA PRIMARIA "San Giovanni Bosco" di

CAMPAGNA DI MANIAGO (PN)

 

C’era una volta una donna con tanti bambini da crescere.

Un giorno incontrò una salamandra

sulla sponda di un ruscello e la aiutò a partorire.

…era una agana

L’agana le regalò una matassa di lana il cui filo non finiva mai.

Con quella matassa, lavorando, la donna potè allevare i suoi figli.

La matassa passò di mano in mano e si dice che continui a girare.

(Leggenda sulle AGANE – Val Colvera)

Il termine agana deriva, probabilmente, dal latino popolare aquana (ondina) ed è strettamente legato al mondo delle acque dolci. Le agane, secondo la credenza popolare friulana più diffusa, sono una specie di sirene che vivono in grotte vicine a dei corsi d'acqua. Il nome di questi leggendari esseri fatati si presenta, nella parlata friulana, con alcune modifiche che variano da zona a zona: agane, aganas, aganes, aganis, anguana, anguani, anguanis; e, ancora: sagana, saganas, linguana, linguani. Come si può vedere si tratta di piccole modificazioni linguistiche che, comunque, stanno a indicare sempre lo stesso personaggio. Dove spesso si differenziano è nel loro carattere. Infatti, a seconda dell'area culturale alla quale appartengono, le agane possono essere delle streghe brutte, crudeli e rapitrici di bambini (Pradis, Pielungo, Torlano, Ravascletto, Rigolato, Chiusaforte), o delle fate belle e gentili (Comeglians, Susans, Poffabro, Budoia, Arta). Possono trasformarsi in salamandre (Val Colvera) o avere parte del corpo di capra (Pignano) e piedi rivolti all'indietro (qui si allacciano alle torke e alle krivopete del folklore slavo). Andreina Nicolosio Ciceri, nelle sue Tradizioni popolari in Friuli, riporta che le agane "sono forse la creature più inquietanti del nostro scenario mitologico".